PERCEZIONI

Aniello Cinque art studio

 

 

Aniello Cinque Arte“Sospensioni” – Personale.

 Delicati Geometrismi dell’Anima”
di Fabio Bianchi

Quotidiano Libertà di Piacenza 12/10/2007

L’arte contemporanea sposta continuamente i propri confini incessantemente cerca un’interazione fra diversi momenti creativi, anche musica e parole. Come nella personale Sospensioni, fino al 15 ottobre allo Jelmoni studio, dove il salernitano Aniello Cinque presenta l’ultima produzione, tavole a tecnica mista oniriche ed irreali. Da anni Cinque persegue un’astrazione lirica, predilige una nozione di arte come oggetto tattile, un geometrismo non solo visivo ma anche dell’anima, in apparenza rigoroso invero delicato e poetico. Fra le sue composizione ma anche fra gli elementi stessi della composizione istituisce una sottile tensione fra percezione, spazio e soggettività sempre più tema centrale delle sue opere multimediali.
Presuppone lo Spazialismo ma vira verso la Conceptual art, contiene l’icastica chiarezza della Pop art ma non disdegna un avvicinamento alla sobrietà imposta dalla Minimal art e soprattutto ricerca stimoli inconsci, ultrasensoriali. Non dimentichiamo l’esplicito riferimento alla Poesia visiva con scritte su strisce appese al soffitto come punto di partenza per “rappresentazioni irrevocabili”, da un lato arte applicata, dall’altro libere espressioni, sintesi estrema ed insostituibile di spirito e materia (Autoritratto nudo).

Ecco che l’arte satura il piano sensibile, riempie bi-e tridimensionalità ma la sola visione non può accedere a livelli superiori di conoscenza ed interpretazione se non è soccorsa da altri elementi, parole e musica soprattutto. Proprio quest’ultimi conferiscono all’arte di Cinque una connotazione simbolico-filosofica (Le attese): le immagini creano sensazioni, la catena fonetica le evoca mentre la musica svincola da qualsiasi rapporto con la realtà.

Immagini, parole e musica: da questo triangolo nasce l’opera d’arte che esprime un forte legame tra sostanza, luce e colore (Madre). Il suo ideale estetico trascende la separazione fra teoria e pratica, ambisce alla fusione interdisciplinare ma riflette anche sul rituale della creazione del valore culturale (L’albero della conoscenza), (Le verità celate) ponendo problemi quali originalità (Mio padre), autonomia (Ulisse) e paternità artistica.

Le sue composizioni sono parodie postmoderne (Nel silenzio delle Sirene) memori delle “simulazioni critiche” di Joseph Albers ma anche dell’Optical art di Frank Stella o dell’aura mistica di Donald Judd (La Maddalena). Dunque “sospensioni” per le imperfezioni del presente, i limiti della nostra esperienza quotidiana, della New age al Neo geo.

 

“Sospensioni” – Personale.

“Sospensione Onirica”
di Clizia Orlando 

“La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.”

Arthur Schopenauer.

Novembre 2007

Variegate potenzialità espressive si legano nell’arte di Aniello Cinque ad una disponibilità lirica gestita in un simbiotico scambio di pittura, parola, musica. L’efficace coinvolgimento emotivo creato dall’artista traghetta lo spettatore alla fruizione di una fervida narrazione, in cui si incontrano vitali propensioni cromatiche, intuizioni formali, accenni simbolici: coordinate che tracciano la mappa dei luoghi dell’anima. Con il suo lavoro l’artista persegue un’indagine orientata al recupero di un vissuto che si fa logo del vivere, trasponendo nello spazio dell’opera soggetti che, nella loro essenziale definizione, si caricano di significato acquisendo valore atemporale, per divenire definizione di un sentito bisogno di richiamare i segni di una realtà, riletta attraverso una personale griglia interpretativa.

L’attitudine creativa di Aniello Cinque si abbandona su grandi superfici, dove la dialettica del segno è rafforzata dall’utilizzo di diversi materiali, binomio che determina una partecipazione emozionale in funzione della dilatazione della visione.  Si produce così una sorta di situazione sospesa in cui si manifesta l’inclinazione affabulatoria dell’artista: nella definizione del particolare, nella scelta del timbro cromatico, nella capacità di fermare l’istante su cui il tempo deposita la sua polvere si aprono nuovi confini all’immaginazione, sospingendo il pensiero ai limiti dell’onirico.

Aniello Cinque evoca nell’impianto strutturale dell’opera l’intima sostanza di ciò che lo circonda, la voce atavica di ammaliatrici canti, il sentimento che confonde l’umore del mare con quello del cielo, il passo cadenzato da lunghi ritmi lenti. Il percorso espositivo si fa tutt’uno nella silloge di versi, melodie, accenni figurativi, risonanze interiorizzate, un insieme di suggestioni si liberano nel dipinto e ne ampliano la proiezione poetica; la verve comunicativa si svela quale diretta comunione d’intento tra l’artefice e l’essenza della sensazione trasmessa.

È l’opera dal titolo “Le attese”, melanconica apparizione stemperata in intuizione monocroma, da cui affiora, quasi sussurrata, la natura di un cuore rosso, che sgocciola il suo battito. Sempre su intonazioni monocrome si tratteggia “Dentro el mar del sueño”, dove da una fine pioggia magnetica prende forma la fisionomia di un volto; è la magia dell’attimo, l’appena percepito, l’impalpabile, quello che ora c’è e l’istante dopo è solo ricordo.

Nel dipinto “Rosso senza titolo” l’evocazione è sublimata nella malia della migrazione tra le pieghe dell’Io, e attraverso l’intensità materica del colore siamo sedotti dall’eco di un palpito affiorato dalle viscere dell’essere. La peculiarità del percorso artistico di Aniello Cinque si rifà a sorgenti emozionali decantate in una rigorosa progettualità, come nella composizione “Enigmatiche roteazioni”, dove raffinate decorazioni, segnate da spirali di diretta incisività, si propongono quali labirintiche estensioni, che paiono richiamare profili di antiche maschere stagliate sul proscenio dell’inconscio.

Con una sorta di minimalismo pittorico l’autore presenta poi lavori che si dispongono a letture molteplici, è “Nel silenzio delle Sirene”, dove un mare, segnato da una aggettante plissettatura, si presenta nella sua densa e compatta immensità, e su questa consistente superficie si adagia un’emblematica piuma rossa: la partitura si chiude su di un timbrico volteggio. Ancora emozione e meditazione nel recupero di evocazioni mitopoietiche si incontrano in  “Le verità celate”, dove l’ampia lacerazione, che affiora centrale nell’opera, sembra svelare l’anfratto in cui sono custodite criptiche verità.

La musicalità delle forme che si rincorrono sul palcoscenico del nostro quotidiano suggeriscono ad Aniello Cinque altre composizioni sono “L’essenza”, “Mio padre”, “Autoritratto nudo”, soggetti che rivelano la propria identità in una sorta di altorilievo, affermazioni di un immaginario sensibile, in cui la metafora del vivere  acquista spessore, sostenuta da un intrigante  richiamo di  trasferimenti semantici.

 

“Il mondo misterioso delle forme” – Personale.

 “Mutazioni Semplici”
di Eugenio D’Auria

Maggio 2004

La critica è il medium necessario per uscire dall’originalità interpretativa in cui gli autori, molto spesso a torto, avvolgono le loro creazioni di arte contemporanea. Nelle opere di Aniello Cinque il discorso, nelle forme e nella materia che le compone, si svolge per linee essenziali, ma corpose. Il mondo che ha in mente è composto da semplici mutazioni. La sua visione della vita è semplice, fatta di parole ed azioni semplici e rimanda al proprio luogo natio.

Il punto di vista è più alto, scevro da inutili orpelli tecnici o complicazioni semantiche. La sua ricerca è rivolta alle mutazioni semplici o elementari che avvengono, nella vita degli uomini e delle cose, con lo scorrere del tempo. La materia pittorica in alcuni casi composita, si sviluppa con la creazione di un rapporto del «Divenire» di un’immagine rispetto alla luce, che alteri la fissità della materia stessa e le permetta di vibrare in modo diverso proprio sotto l’effetto della luce. La continua ricerca di una sintesi, nell’immagine e nei significati, depurano l’immagine dalla resa realistica, viene raggiunta con l’uso di materiali diversi. L’obbiettivo è l’essenza di un’immagine con un riferimento particolare al concetto spaziale di Lucio Fontana.